Laboratorio di tango “Il cammino dell’incontro”
Il tango non è un linguaggio morto, chiuso e granitico. Non esiste un unico modo di ballare e vivere il tango. Questo ballo è un prodotto della cultura popolare e si trasforma insieme ai soggetti culturali che lo abitano. Il tango è un insieme di gesti, parole, significati che organizzano una visione del mondo e della relazione con l’altro. Il tango diventa un modo di vivere oltrepassando le culture che lo rappresentano e ritornando a esse.
Il tango è un ballo ibrido da una ibrido di musiche e nasce in una società che si identifica in culture di diversi popoli del mondo.
Il tango è una danza popolare
Il tango è l’incontro
Il tango è un abbraccio
Camminare assieme, ascoltare, accompagnarsi.
Il tango può essere una via per ritrovare il linguaggio del nostro corpo.
Il tango diventa un’opportunità per sperimentare l’armonia in due.
Tango per perdersi in un abbraccio.
Il tango come esempio della relazione tra due diversità, l’armonia del due , l’incontro con l’altro da me.
Receta para dos: Ricetta per due:
1 corazón que equilibre las cabezas 1 cuore che riequilibri le teste
4 piernas 4 gambe
1 abrazo indisoluble 1 abbraccio indissolubile
9 minutos, tiempo mínimo tempo minimo 9 minuti
1 buen pedazo de profundidad 1 buon pezzo di profondità
lo que haga falta de ligereza q b di leggerezza
muchas ganas de jugar molta voglia di giocare
1 encuentro 1 incontro
1 separación 1 separazione
Deseos desideri
espejos y ojos cerrados specchi e occhi chiusi
manos seguras mani sicure
vista panorámica vista panoramica
mucha escucha y percepción molto ascolto e percezione
acción mínima, concentrada azione minima, concentrata
seguirse hasta el final seguirsi fino alla fine
hacerse lugar reciprocamente farsi posto reciprocamente
disfrutar gioire
INIZIAMO COSI:
camminando…
nel ritmo della musica o semplicemente seguendo il battito del cuore, il nostro e quello dell’altro.
Aggiungiamo il respiro che aiuta la cadenza e l’andatura, incorporiamo la tecnica che serve a dimenticare il proprio corpo e a scoprire il modo più elegante di sbagliare e stare in equilibrio.
Poi smembriamo i passi per poterli combinare nella casistica della pista da ballo, e li mischiamo nel modo più organico possibile.
Cuocere a fuoco basso e per tanto tempo. Togliere ogni tanto e gustare in compagnia, ballando senza fretta.
Rimettere sul fuoco quando si raffredda troppo e continuare così per tutta la vita.
NATALIA MAZER:
Nasce a Buenos Aires, fin da piccola sperimenta danze e arti diverse, quelle che richiede la curiosità dell’anima, arriva al tango nel 1996, praticando con quelli che ci erano nati dentro. A Buenos Aires era usuale ritrovare, nelle pratiche popolari, i principianti guidati dagli esperti milongueros.
Il tango arriva come un onda, dove tutto viene travolto e messo al suo posto, il tango è un modo di vivere… si balla e si comunica con il corpo, si imparano i codici della tradizione, della città, la nostalgia dei racconti… un mondo vecchio ma del tutto nuovo e sempre in trasformazione.Dopo verrà integrato, ma mai abbandonato, con altre pratiche e discipline del corpo, danza classica e contemporanea, espressione corporea e senso percettiva, hatha yoga, feldenkrais, alexander, danza butoh e contact, body mind centering, anatomia propriocettiva, danze afro – yoruba. Arti visive: dal disegno passando per il volume scultoreo, al movimento della scena, le scenografie e i costumi.
Viaggiando nel frattempo, dentro e fuori, fino a stabilirsi a Bologna nel 2001. Nel 2006 inizia il lavoro con la compagnia di teatro performance Fratelli Broche, con base a Bologna. Un percorso di ricerca sulla società, gli abiti e le abitudini del contemporaneo. Dal 2011 collabora con la compagnia di teatro contemporaneo Macellerie Passolini. Partecipando come attrice e trainer per gli attori del laboratorio PerAspera Accademia invernale. Insegna tango argentino dal 1999, ha collaborato con ballerini e insegnanti argentini e italiani, come Hernàn Obispo, Andrés Amarilla, Patricio Lolli, Agustin Boix, Luca Donato. Dal 2009 tiene laboratori di tango focalizzandosi sull’incontro incorniciato dalla tradizione in trasformazione.